In questi giorni di “reclusione”
da pandemia la presenza di tutti noi sui social si è acuita. Ed è pure cresciuta
enormemente l’offerta di quello che si può “vendere” via Internet: dai
deprecabili acquisti on line (che impinguano i colossi del settore) ai tutti i
servizi alla persona e all’offerta di “relazioni di aiuto” in tutte le loro
possibili declinazioni.
Non faccio questo post per
analizzare se questi comportamenti rappresentino benefiche declinazioni del
sostegno e della rete di connessione che oggi la tecnologia ci offre, in
assenza della possibilità di contatto corporeo o, se invece, questi comportamenti
sono l’espressione di ego narcisistico o, magari (come dicono alcuni), di “sciacallaggio
commerciale” o della promozione della visibilità dei propri servizi.
No non farò questo!
Quello su cui vorrei richiamare
il tuo focus invece è che il proliferare di queste offerte lavora contro la tua
centratura.
Il rischio aggirandosi nel
supermercato del benessere on line è, secondo me, quello di essere presi da una
bulimia di ricerche di pratiche, meditazioni, esercizi ecc ecc.
Questa bulimia, alimenta la
frequenza del flusso e della “forma” dei nostri pensieri, può incrementare il
nostro rimuginio mentale, allontanandoci dal nostro “centro” che poi è il corpo
e il respiro.
Senza accorgercene stiamo
riproponendo nell’immobilità casalinga la medesima frenesia che sperimentavamo
nella vita “la fuori” prima dell’inizio di questa epidemia. (con l’aggravante,
aggiungo, di minor azione e movimento).
L’invito allora che ti faccio è
di trovare una pratica, un’esperienza che ti risuona e seguire quella… solo quella e
parafrasando a modo mio una vecchia canzone : “….. vedere da vicino l’effetto
che fa”.
Proviamo a STARE. Proviamo, come
si dice in molte filosofie orientali, a fare il “vuoto” dentro noi (che poi io
lo intendo nel difficilissimo arrendersi al corpo; a quello che vi accade ORA,
senza giudizio e senza intenzione) perché - se è vero noi siamo frequenza – nel
vuoto magari sentiremo suonare con maggior chiarezza l’unicità della nostra
nota!
Sarà un vuoto… “a vincere”!